Quaranta regioni e 200 città europee virtualmente connesse, coinvolgimento di grandi player industriali, fondazioni di ricerca, distretti tecnologici, enti di tecnologia regionali e nazionali, incubatori e acceleratori regionali, investitori privati in partnership con Università e soprattutto tante startup – le vere protagoniste – presenti a Napoli per la Startup Europe Week che si è svolta per due giorni (4-5 febbraio) nella suggestiva Basilica di San Giovanni Maggiore.
L’iniziativa è stata promossa dall’Assessorato alle startup, innovazione e internazionalizzazione della Regione Campania guidato da Valeria Fascione, che ha aderito alla richiesta della Commissione Europea.
Infatti la Campania ha conquistato un posto di primo piano nella promozione della cultura di impresa, degli strumenti e delle opportunità per le startup. Nel dinamico incontro, in scena oltre 100 startup e spinoff accademici. Oltre 40 aziende innovative campane hanno avuto la possibilità di realizzare incontri individuali (handshaking session) con grandi gruppi imprenditoriali e di ricerca: Ericsson, Fincantieri, Finmeccanica, Fondazione Ricerca e Imprenditorialità, Fondo Italiano di Investimento, Intesa Sanpaolo, Invitalia, Istituto Italiano di Tecnologia e TIM, Distretti ad Alta Tecnologia (nei settori aerospaziale, biotecnologie, energia e ambiente, edilizia sostenibile, materiali, smart communities e beni culturali e trasporti e logistica).
Si è discusso in modo concreto di Open Innovation e di Technological Challenges, di crisi industriale e di nuovi scenari produttivi, di domanda ed offerta di innovazione, di formazione e di qualificazione dei giovani, di sfide tecnologiche e di un ecosistema regionale competitivo pronto per le sfide e le richieste tecnologiche delle grandi imprese e dei mercati internazionali.
L’innovazione è la vera sfida dell’Europa e dei Paesi emergenti – ha detto l’assessore Valeria Fascione – che devono condividere strategie e obiettivi comuni per far si che i giovani trovino nuove opportunità ed un terreno fertile per la crescita delle loro idee di impresa. Il modello di Campania Competiva si compone sempre di più tasselli ma punta a creare un’alleanza per l’innovazione – ha sottolineato l’assessore – tra le grandi imprese, le pmi e le start up innovative per creare un set di strumenti e opportunità, per rafforzare l’ecosistema regionale mettendo a disposizione laboratori di ricerca, testare prodotti e processi ad alto contenuto tecnologico. Per la prima volta le grandi imprese hanno incontrato le startup – ha continuato l’assessore Fascione – e siamo convinti della centralità dell’approccio open innovation in cui ogni attore mette risorse ed energie a servizio dell’ecosistema per attivare percorsi di sviluppo win-win
La contaminazione diffusa, l’interfaccia costante delle startup con le aziende, una maggiore connessione dunque ma anche l’esplicitazione della domanda di tecnologia da parte delle grandi imprese: questi gli obiettivi che si sono perseguiti nel corso della
Startup Europe Week.
Una fase di grande trasformazione del Paese che investe anche il sistema formativo: sui nuovi scenari futuri – ha sottolineato il rettore della Federico II Gaetano Manfredi – dobbiamo orientare maggiormente i giovani. I quali escono dalle nostre Università molto preparati e con una alta capacità di flessibilità. Non servono solo le risorse ma una strategia collettiva. Noi faremo la nostra parte!
Per Ambrogio Prezioso, presidente dell’Unione industriali di Napoli: giá da anni l’azione associativa è di grande protagonismo verso il mondo delle startup, dei programmi di Adott Up e di mentorship, contribuendo all’accelerazione dei processi di accesso al credito, alla finanza, sostenendo otto spinoff accademici, ed attivando corsi di formazione. La Campania ha rattoppiato il numero di startup: Napoli è al quarto posto dopo Milano, Roma, Torino, e in questa direzione innovativa si colloca anche la recente scelta di Apple. Stiamo dimostrando che il nostro territorio ce la può fare, solo così si potranno creare nuovi posti di lavoro.
Molto interessante la relazione di Riccardo Varaldo, Presidente di Fondazione Ricerca e Imprenditorialità: L’Europa è un gigante dormiente; aldilà del rigore fiscale, ci auguriamo che diventi l’Europa dell’innovazione. Ma il posizionamento dell’Italia nel contesto internazionale ed europeo è impressionante: al 14° posto nel mondo come investimenti assoluti e al 16° posto come paese innovatore, all’11°posto per domande di brevetti europei. Non si è ancora compreso che investire in ricerca ci garantisce il futuro – ha detto Varaldo – l’obiettivo è quello di favorire l’incontro tra domanda ed offerta di conoscenze e tecnologie con l’apporto di Spin off /startup e pmi innovative. Una cosa però devo sottolineare – ha continuato Varaldo – l’Università italiana lavora per il magazzino, ha un unico datore di lavoro, il Ministero, mentre quella americana lavora e produce per il mercato. Noi dobbiamo contribuire a cambiare questo divario anche attraverso le startup. La Campania mostra una crescita significativa, ci sono fermenti e condizioni che possono consentire al Mezzogiorno di andare in direzione diversa. Come si fa? Adottando una comune visione e andando a caccia di startup e pmi innovative da mettere in relazione con le grandi imprese. Come si sta facendo in questa occasione.
A giudizio di Fabrizio Landi, Vice presidente di Fondazione R&I e consigliere amministrazione di Finmeccanica: Non è importante il numero delle startup ma la capacità dei giovani di mettersi in gioco. I soldi ci sono, pubblici e privati, e sono nati tanti business angel. Bisogna partire dal fatto che la grande azienda non è capace di fare innovazione di base, dunque dobbiamo cercare le buone idee attraverso le startup. Apple, con Cisco, General Electric, hanno scelto Napoli, il Sud perché in Italia gli ingegneri sono bravi e costano poco, il sistema formativo è dunque fondamentale. I giovani vanno stimolati a mettersi in gioco, bisogna poi dargli fiducia, le strutture pubbliche devono essere di supporto. Bisogna mettere a disposizione delle startup attrezzature, laboratori e successivamente fargli pagare un affitto.
Le strategie di sviluppo, le domande di innovazione e le risorse a disposizione dei fondi di investimento sono state descritte e rappresentate attraverso una carrellata di interventi che ha visto protagonisti: Paolo Netti, Direttore Centro di ricerca Napoli IIT, Amedeo Pata, Fondazione R&I, Andrea Miccio di Invitalia, Gabriele Cappellini, AD Fondo Italiano di investimento, Gianluigi Venturini, Intesa San Paolo.
Le ricche testimonianze imprenditoriali sono state a cura di Gian Paolo Balboni, responsabile Trend analys & Future Centre Innovation di Tim; Massimo De Bendetti, responsabile R&I di Fincantieri; Mauro Varasi , responsabile Innovazione, Finmeccanica; Michele D’Urso-Brunello Acampora, Finmeccanica-Victorry Design.
Nel pomeriggio, si sono tenute le testimonianze dei Distretti ad Alta Tecnologia e degli aggregati pubblico-privati della Campania.
Al dunque la due giorni è risultata un modo per promuovere, raccontare e rendere visibile il fermento del territorio campano che si presenta molto dinamico sui temi dell’innovazione e della cultura di impresa. Ma è stata anche un’occasione per far conoscere tutte le opportunità e gli strumenti operativi in atto, a livello nazionale e regionale, per fare impresa e attivare forme di partnership pubblico-privato, per contaminare idee e competenze.
Gli stakeholder diventano innovatori quando contribuiscono insieme all’impresa ed ai suoi azionisti alla costruzione di un progetto di sviluppo comune – ha sottolineato Lorenzo Benussi, economista, task force della presidenza del consiglio dei ministri – un sistema sociotecnico ed iperconnesso ma anche in una società di grande incertezza e l’innovazione è sempre più complessa. La crisi industriale, politica e sociale è una opportunità per speri-
mentare diversi e nuovi modelli innovativi che si basano su metodi e processi nuovi. Bisogna creare la comunità per l’innovazione: un nuovo modello di relazione con i partner industriali, le Università, un nuovo processo di aggregazione che fa leva sulle startup, affinché crei un nuovo impatto sociale. Dobbiamo puntare ad una impresa aperta – ha continuato Benussi-porosa e connessa capace di esplorare nuovi orizzonti. Se la grande impresa non fa scalare, la startup non cresce. C’è un ripensamento dell’impresa, una convergenza innovativa più vicina ai bisogni della società.
Nel corso della seconda giornata sono stati illustrati da Edoardo Imperiale di Sviluppo Campania e Luigi Gallo di Invitalia, le misure a favore di incubatori, acceleratori, startup, a valere sui programmi europei , alcune di esse saranno di prossima pubblicazione dalla Regione Campania.
La Campania è la regione più giovane d’italia hanno sottolineato in molti, l’universo delle startup è molto presente in questa regione che aumentano ad un ritmo di oltre il 10% all’anno, ma bisogna farle crescere, dargli gambe e sostenibilità finanziaria con il supporto di strumenti adeguati e programmi di mentorship.
Una platea qualificata ha raccontato lo stato dell’arte del per-
corso imprenditoriale e hanno esposto le criticità del sistema ma anche i fermenti e le condizioni favorevoli attuali. Sono infatti intervenuti: Tullio Bongo – Consorzio di ricerca Biogem-Biostart di Avellino, Maria Grazia Blasio –Comune di Napoli e Giampiero Bruno – Soges, Sebastian Caputo – 012 Factory, Luca Tesauro -Giffoni Innovation Hub, Serena Iossa – Sviluppo Campania, Carmen Padula – Ordine dei dottori commercialisti di Napoli, Antonio Prigiobbo – NAStartup, Raffaele Savonardo – ContaminationLab Napoli Unina, Luca Simeone – Città della Scienza, Valentina Iscaro – Startup Lab Sun, Gennaro Tesone – partner area Sud di Digital Magics, Silvia Ullo – Unisannio, Giorgio Ventre – direttore del Dipartimento di Ingegneria della Federico II, Lucio Pastore – Ceinge, Gabriella de Martino – Unicredit Start lab.
La conclusione è toccata, come d’obbligo, ancora all’assessore Fascione: In questa seconda giornata ho potuto ascoltare anche le esperienze e i suggerimenti di tante realtà. Si tratta di un contributo fondamentale. Come fondamentale è la questione dei tempi, sulla quale si sono arenati tanti precedenti tentativi di programmazione: dobbiamo garantire che i tempi di realizzazione delle idee all’origine delle startup non siano troppo lunghi. E per questo occorre rivedere l’intero processo di governance del settore. Occasioni come quelle offerte da questa due giorni sono decisive per mettere in relazione domanda ed offerta di innovazione. È uno sforzo che deve impegnarci tutti: difficile ma stimolante. Guai a perdere questa opportunità.
Le altre tappe della Startup Europe Week
A Nola, il 3 febbraio presso l’ABAN Accademia di Belle Arti di Nola, in occasione della Startup Europe Week si è parlato di “Knowledge Activism” finalizzato a divulgare in prima istanza conoscenze ed esperienze utili a chi abbia intenzione di intraprendere nuove imprese. L’analisi degli aspetti relativi al successo e al fallimento di una Startup; un percorso accademico di formazione dei futuri imprenditori; un percorso focalizzato sul l’apprendistato cognitivo: questi i temi trattati dal team di Rebel Alliance e il Network di JE Culturit, con la collaborazione di ABAN.
A Napoli, la settimana si è aperta il 3 febbraio sera con l’appuntamento serale firmato dalla community di NASTARTUP e da Campania Startup in collaborazione con il Gruppo Giovani Unione degli Industriali di Napoli e Imprenditori di Confcommercio con l’obiettivo di mostrare le iniziative presenti a livello locale a supporto dell’imprenditoria. La serata è stata inaugurata dall’intervento di Valeria Fascione, assessore regionale all’Internazionalizzazione, Startup e Innovazione, e Alessandra Clemente, assessore comunale alle Politiche Giovanili, Innovazione e Creatività. Dopo gli interventi istituzionali e delle associazioni di categoria che operano a supporto delle startup, a prendere la scena sono state le startup del nostro territorio: Tapebox, SmartDocu, Arsdigitalia e HealthAdvisor – che hanno raccontato le novità dei loro progetti e spiegato come anche insuccessi iniziali possono orientare verso nuove direzioni vincenti il proprio business. A chiudere l’iniziativa, uno speciale startup contest in cui alcuni startuppers hanno avuto la possibilità di presentare la propria idea d’impresa al pubblico in sala.
A chiudere la settimana venerdì pomeriggio, l’iniziativa di Benevento realizzata da Junior Enterprise Benevento & Sannio (JEBS) dedicata all’ecosistema beneventano delle startup e alle opportunità attive e al sistema di supporto locale per chi vuole fare impresa. A intervenire, oltre all’assessore Valeria Fascione e a Domenico Taleggio dei Giovani Imprenditori dell’Unione degli Industriali di Benevento, i CEO di tre importanti realtà imprenditoriali locali, da VECTIS, a MeetUPro a SpinVector. JEBS è un’associazione non profit costituita e gestita interamente da studenti universitari che dal 2011 all’interno dell’Università degli Studi del Sannio opera per trasformare le potenzialità giovanili in esperienza professionale da applicare in ambito lavorativo, attraverso il metodo del “Learn by Doing”.